A qualcuno piace classico…
Il racconto: Guenda Camilla, Giorgia e le bimbe
Il Battesimo:
- marcia I Accademico inferiore,
- i regali I Propedeutico,
- le fate, sei variazioni Avanzato,
- le fatine dei doni Intemedio,
- Carabosse, i topi e l’incantesimo malvagio Valentina, III Propedeutico, Avanzato, Intermedio
La Profezia:
- la profezia si avvera Jazz
Le Nozze:
- valzer delle ghirlande II Propedeutico,
- polonaise Intermedio,
- damigelle d’onore II Accademico inferiore,
- danza delle fate Avanzato,
- pas d’action Intermedio, l
- e fate al ballo, t
- re pas de deux Avanzato,
- la pace con Carabosse Avanzato,
- la gatta bianca III Propedeutico,
- gli uccellini azzurri II Accademico inferiore, IAccademico inferiore, II Propedeutico,
- cappuccetto rosso I Propedeutico,
- gran finale Tutte le Allieve
Coreografie Classico: adattamento e originali di Erica Ravagli e Monia Mancini, con la collaborazione di Federica e Valentina Verzari per i Corsi propedeutici e I Accademico inferiore
La bella addormentata nel bosco, così come è stata rivista da Tiziana Ravagli
«Ascoltatemi gente! La principessa, in vero, crescerà in grazia e bellezza. Amata da tutti coloro che la circondano. Ma prima che il sole tramonti sul suo sedicesimo compleanno, ella si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio e morrà!»
Così comincia la nostra storia: la bella addormentata nel bosco.
Inizia con un Re e una Regina, così felici per la nascita della loro bella figliola, Aurora, che per il battesimo della piccina decidono di organizzare una festa regale.
Così il Re e la Regina invitano dapprima tutti i presenti – Anche noi mi chiedete? Anche noi, certamente; siamo tutti invitati! – e poi a seguire le fate del regno, affinché ciascheduna sia madrina di quella piccina.
Il fatidico giorno ogni fata si presenta con un dono, degno della prole regale: chi dona la bellezza, chi la saggezza, chi il talento musicale, chi quello del poetare, chi la sapienza solare, chi, infine, per nostra e loro fortuna, la gioia di una vita serena.
Ma, ahinoi!, tra cotanta gaiezza e ancor più gentilezza, arriva la fata cattiva che, vuoi per il carattere non proprio mielato, vuoi per l’età affatto novella dei genitori regali, alla festa non è stata appunto invitata!
Così la fata cattiva, per vendicarsi di cotanta dimenticanza, dona alla piccolina un «cadeau» assai poco invitante: al compimento del sedicesimo anno di età, la principessina si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio e morrà! Al dono malefico, seguono «ohhhhh!!!!» di terrore da parte di tutta la corte, urla disperate della madre regina, gemiti di rabbia del vecchio re suo padre, nitriti di cavalli imbizzarriti, latrati di cani arrabbiati, miagolii di gatti assonnati e…, per finire, una infinita, inquieta sequela di «pofferbacchino che incredibile, assoluta, inaccettabile malvagità!» da parte di tante fatine.
Ma una, la sesta, quella della vita serena, pur non potendo annullare l’incantesimo – era troppo giovane e innocente per vincere la fata cattiva – trasforma la condanna mortale in 100 anni di sonno totale: un sonno di tutti, dal popolo alla corte, dai cani ai cavalli, persino ai gatti e a ogni bambino di quel regno lontano.
Ebbe, poi, la bella pensata di un’aggiunta ulteriore, di una splendida e rara postilla d’amore: la principessina sarà, infine, svegliata dal bacio di un principe, azzurro ovviamente, come pur si conviene in ogni fiaba per bene!
La principessina, dunque, cresce serena, ignara, per volontà di Re e Regina, della sua sorte angosciante: ma prima che il sole inizi a tramontare sul suo sedicesimo compleanno la perfida fata si mostra quale dolce vecchina; è un attimo, forse un baleno, la bimba si punge e il malefizio si compie.
Col tempo, il castello incantato e tutte le sue più vicine e lontane contrade si coprono di una rete fitta di rovi, pungenti e intricati, ma così tanto pungenti e intricati che è impossibile ad alcuno penetrarli.
Passano 100 anni e un bel giorno, allo scoccare del centosedicesimo compleanno di Aurora (ma ovviamente solo noi conosciamo questo particolare, mooooolto personale!!!) il principe Filippo, di un regno vicino, giunge nei pressi dell’antica magione.
Mentre il sole tramonta tingendo di rosso il cielo e la terra, si compie un incantesimo davvero speciale: quei rovi intricati e pungenti gli si aprono innanzi, fiorendo e formando un tappeto di fiori fin dentro la vecchia magione.
Qui, il principe incontra la bella dormiente, con tutta la corte, il Re e la Regina.
E come in tutte le storie più belle, se ne innamora perdutamente. Le sfiora allora le gote arrossate con un singolo bacio e lei si risveglia, offrendogli tutto il suo amore … ancora assonnato.
Siam giunti al termine di questa storia: inutile che vi racconti la gioia dei tanti.
Inutile dirvi che fu tosto deciso per le nozze regali, perchè tanto sarete tutti, ma proprio tutti invitati!
Come al battesimo, mi dite? Certo, ma con altro finale: «E vissero tutti, felici e contenti!».
Anche noi mi chiedete? Anche noi, certamente!