
Charles Victor Arthur Michael Saint-Léon nacque a Parigi il 17 settembre 1815, città ove morì poco prima di compiere 55 anni, il 2 settembre 1870.
Fu un ballerino e coreografo di grande valore.
Famoso per la coreografia del balletto Coppélia, l’unico giunto integralmente sino a noi, Saint-Léon fu incoraggiato a studiare musica e danza dal padre, che era a sua volta un ballerino dell’Opéra di Parigi.
Mentre studiava violino con maestri del calibro di Nicolò Paganini, si dedicava anche allo studio dell’arte coreutica, esibendosi in entrambe le arti.
A soli 17 anni debuttò a Bruxelles, come primo ballerino di demi-charactére al Théâtre de la Monnaie.
Si esibì con successo in varie città europee, da Anversa a Vienna, da Torino e Milano sino a Londra.
Fu soprattutto in questa città che ebbe i migliori successi, per i giri vorticosi e l’incredibile energia che riusciva a mettere nei suoi salti, strappando applausi in ogni teatro.
Riportò così ai fasti della cronaca teatrale la danza maschile allora in pieno decadimento.
A Vienna, Saint-Léon ebbe l’opportunità di danzare per la prima volta con Fanny Cerrito, con cui in seguito fece coppia sia sulla scena, sia nella vita.
Saint-Léon coreografò per la sua compagna La Vivandière un balletto che ebbe molto successo a Londra, ove debuttò nel 1843, per poi essere portato in tournee in tutta Europa.
Nel 1845 i due si sposarono a Parigi: un matrimonio breve, durato solo sei anni.
Saint-Léon creò nuovi balletti per vari teatri europei tra cui ricordiamo La Fenice di Venezia e l’Opéra di Parigi.
Divenne insegnante per la classe di perfezionamento all’Opera, dove ebbe anche l’incarico di coreografare i divertissements delle maggiori produzioni ballettistiche.
Dopo aver girato variamente per il vecchio continente, successe a Jules Perrot come maestro di danza al Teatro Imperiale di San Pietroburgo, ove rimase tra il 1859 e il 1869.
Coppélia fu senz’altro il suo balletto più riuscito e da subito fu un grande successo.
Saint-Léon è famoso anche per avere ideato, e descritto, il primo metodo di notazione del balletto in cui veniva considerata anche la parte alta del corpo e non solo i piedi.
Il metodo fu descritto nel trattato La Sténochoréographie, ou Art d’écrire promptement la danse, pubblicato nel 1852.
Sain-Leon è tra i coreografi che hanno fatto la storia del balletto e anche per questo le nostre allieve del corso di repertorio, anno accademico 2007-2008, hanno studiato il balletto creato appositamente per Fanny Cerrito: La Vivandière.